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Arredi argentei dalle chiese della Diocesi


 La sala custodisce opere provenienti da chiese della città e della Diocesi, disposte in una sequenza cronologica e raggruppate per provenienze omologhe. 
Di particolare pregio il busto di S. Giuliano, proveniente dall’omonimo monastero catanese, eseguito dall’argentiere messinese Didaco Rizzo nel 1664 su commissione della badessa suor Girolma Gioieni. 
Dal monastero delle Benedettine proviene il prezioso paliotto con l’Assunzione della Vergine fra Davide e Salomone, realizzato in argento con inserti in pietre dure dall’argentiere messinese Francesco Martinez nel 1729.
Testimonianza della ricchezza e del prestigio del monastero dei Benedettini di S. Nicolò l’Arena, sono alcune opere di argentieri messinesi. Fra queste il piede di ostensorio destinato a reggere la reliquia del Sacro Chiodo, corredato nel 1769 della sfera superiore dal messinese Domenico Gianneri e il calice e l’ostensorio d’oro arricchito da preziose gemme. 

 
Fra il finire del Settecento e il primo Ottocento, mentre ancora alcuni argentieri si attardavano sul gusto della rocaille, a Catania emergono Pietro e Sebastiano Puglisi provenienti da una famiglia di argentieri che impone il più aggiornato gusto neoclassico. Alcuni esempi della loro produzione sono il monumentale ostensorio con Melchisedech al nodo e Padri della Chiesa al piede e il calice con la figura della Fede al nodo, provenienti dalla basilica Collegiata. 
Un episodio a parte, per qualità e provenienza dell’opera, è il tardo seicentesco crocifisso eburneo, attribuibile ad un artista della Germania meridionale, ricevuto in dono dal cardinale Saverio De Luca alla metà dell’Ottocento, al termine della sua nunziatura apostolica a Vienna.

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