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Le Terme Achilliane sono uno degli edifici più significativi di età romano-imperiale a Catania. Il monumento venne scavato nel Settecento da Ignazio Paternò Castello, principe di Biscari, che nel suo Viaggio per tutte le antichità della Sicilia ricorda di aver liberato il monumento dalla terra lì accumulata dopo il terremoto del 1693 e di esser riuscito a scoprire solo una parte del grande complesso termale di cui aveva individuato tracce sotto la Cattedrale, sotto il Seminario (attuale sede del Museo Diocesano) e sotto il Palazzo Senatorio (oggi sede del Comune). Poco dopo, Jean Houel, visitando Catania nel corso del suo viaggio nell'isola, colpito dalla suggestione dell'edificio, che lui riteneva essere un colossale tempio di Bacco, ne riproduce la sala centrale e gli stucchi con amorini, animali, viticci e grappoli d'uva in alcune gouaches oggi conservate all'Hermitage di San Pietroburgo. Nel XIX secolo l'architetto Ittar ne ridisegna la pianta, mentre Adolf Holm, nella sua opera Catania Antica, descrive nel suo complesso l'edificio del quale, nel 1856, erano state scoperte parti sotto il Seminario dei Chierici e sotto la via Garibaldi. 

La parte di edificio oggi visitabile è costituita da una sala centrale a pianta rettangolare con quattro pilastri su cui si impostano le volte. Al centro di questo ambiente si trova una vasca originariamente rivestita in marmo, così come di marmo sono alcune lastre, in frammenti, che dovevano costituire la pavimentazione del vano.


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