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La Cattedrale dalla rifondazione normanna al terremoto del 1693.


Tema  del primo ambiente è  la Cattedrale dalla rifondazione normanna al terremoto del 1693, e le opere qui esibite testano un glorioso passato, purtroppo artisticamente poco documentato a causa dei disastri tellurici che nei secoli hanno sconvolto la città di Catania. Sono qui raccolti frammenti lapidei in parte fortuitamente ritrovati in occasione del restauro del palazzo del Seminario. Tra questi reperti l’opera più antica risulta essere una figura femminile acefala e priva di arti superiori, tabile al I secolo d.C., mentre al IV o V secolo sembrerebbe rimandare frammento di Epigrafe con caratteri greci, parte di un’iscrizione funeraria cristiana. La  lastra marmorea con Cristo in trono e  i    Santi Pietro e  Paolo ci  introduce a un contesto in cui si innestano novità del gotico con il tardo romanico meridionale, ancora pervaso di reminiscenze bizantine. Il rilievo, parte di una smembrata sepoltura aragonese della Cattedrale, è stato riferito al Maestro di Mileto, nome convenzionale dato da Francesco Negri Arnoldi a un artista il cui maggiore nucleo di opere è stato rinvenuto nel comune calabro, in provincia di Vibo Valentia.

 
All’interno della stessa sala, altre opere attestano il glorioso passato del capoluogo etneo, in particolare un cimelio proveniente dal sarcofago di età tardo antica, custodito in Cattedrale nella cappella della Madonna, che ospita i resti di Federico II d’Aragona (terzo di Sicilia) e di altri notabili del suo casato: si tratta della Spada da fanciullo formalmente identificabile con un’arma da parata, prodotta da bottega Valenciana, probabilmente posta nel sepolcro quale corredo funebre di Federico, detto Pietro, figlio di Maria di Sicilia e Martino il Giovane, morto a soli due anni nel 1400. 

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